MIUCCIA PRADA NUOVA DIRETTRICE DELLA FONDAZIONE.

ARTE/ MIUCCIA PRADA FORMALIZZA LA SUA CARICA DI DIRETTRICE DELLA FONDAZIONE PRADA, ISTITUITO IL COMITATO DI INDIRIZZO SCENTIFICO.

Miuccia Prada, classe 1949, milanese, forse l’ultima Signora d’Italia. Comunica come è di sua abitudine, in forma estremamente riservata, ma sintetica e diretta, la sua timida rivoluzione che annuncia assai probabilmente la chiusura di un ciclo, un ciclo durato forse poco più di quarant’anni, ma che subito, senza alcuna esitazione apre una nuova porta. La Fondazione, che la vedrà nelle vesti non più di sola Presidente, ma anche di Direttrice ed a capo di un neocostituito comitato di indirizzo scientifico formato dalle più svariate personalità che spaziano dal campo medico il Prof. Giancarlo Comi, docente onorario di neurologia al San Raffaele; le arti visive Theaster Gates, artista, attivista e Professore all’University of Chicago; il cinema con il regista Alejandro González Iñárritu,  Giuliana Bruno, Emmet Blakeney Gleason Professor of Visual and Environmental Studies alla Harvard University; Salvatore Settis, archeologo, storico dell’arte e Professore Emerito alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Personalità che hanno avuto tutte una voce nei progetti passati ed attuali della Fondazione. Un comitato che sotto l’egida di Mrs. Miu e di Cristian Valsecchi già attuale direttore di Fondazione, sarà annesso alle strutture istituzionali già presenti e guiderà lo studio degli argomenti e dei fenomeni sociali di maggiore incisività per la nostra ed il nostro futuro, tramutandoli in quella che è la capacitò della dialogicità di Fondazione Prada. «Fin dall’inizio attraverso le attività della Fondazione ho voluto affrontare l’indagine della cultura umana nella sua varietà e complessità. Nel corso di questi 30 anni mi sono interrogata in varie forme su come la ricerca artistica e intellettuale possa incidere sulla vita delle persone. Cercare risposte sempre più attuali a questa domanda è lo scopo fondamentale che mi sono proposta con la Fondazione». Con queste parole Miuccia Prada si affaccia definitivamente sulla grande creatura, che assieme a Patrizio Berteli nel 1993 ha istituito, e cresciuto fianco a fianco ad il caro amico Germano Celant che dall’inizio sino al 2020 anno della sua scomparsa ha ricoperto la carica di direttore artistico. Miuccia entra e succede ad un amico fraterno, e forse si avvia a quello che è un saluto al mondo della moda. Già qualche settimana fa il rumor del possibile abbandono del ultra qualificato designer Fabio Zambernardi, storico braccio destro della Signora nonché pupillo della prima ora ed uomo chiave ai vertici del ufficio stile di Miu Miu e Prada, ha fatto leggere tra le righe una certo messaggio. Quell’epoca forse sta giungendo al termine, chissà, ahimè lo vedremo!

Miuccia Prada e Fabio Zambernardi, ph. Pradagroup.com

Se però Miuccia Prada ci ha insegnato qualcosa, è che dietro ogni piccolo gesto che va dallo sfilacciare l’orlo di una gonna, dal piantare un chiodo sul muro, dall’indossare un pullover di lana fuori stagione, sino a trovare sciamanico il semplice tagliarsi i capelli da soli (perché l’atto di schneiden, recidere, separare come la lingua tedesca evoca abilmente è qualcosa di unico, irreversibile quasi metafisico). Tutto nasconde un messaggio, che per quanto questo gesti inconsueti od estremamente semplici possano non essere allineati, indicano una passione, una militanza, non solo culturale ma sociale che è stata tradotta nello spirito della politicità di cui è intrisa la Fondazione. In questo modo, come si legge dal comunicato stampa «la Fondazione diventa sempre più un laboratorio di idee, uno spazio in cui la coesistenza tra discipline e linguaggi genera risonanze e intersezioni culturali imprevedibili e contribuisce a espandere la portata dei saperi». La circolarità dell’universo Prada non si è mai limitata alla sola casa di moda, la sua fondatrice ha sempre calcato, anche in maniera decisa la mano su quanto sia necessario un livello di multidisciplinarietà nella sua vita, nel suo lavoro, e nelle sue passioni. Ogni lavoro presente e futuro vedrà l’efficienza e la mente di una donna, che nella vita ha sempre avuto un attitudine ed accume politico estremamente spiccato senza mai farne mistero e tantomeno indietreggiare, la femminilità pradiana, la praticità degli oggetti comuni che sia un semplice pullover blu, beige o marrone, le gonne bianche od i completi giacca e pantalone che ricordano le divise, le scarpe basse e squadrate, od i tacchi robusti… e potrei continuare, ogni singolo gesto stilistico ed artistico è stato il risultato di un lungo percorso di militanza che oggi sfocia, probabilmente, in una nuova fase per Miuccia Prada. Vedremo cosa accadrà, di sicuro la Miuccia, fiancheggiata da grandi esperti, ma last but not least con il Berteli in prima linea a sostenerla e spingerla, se non addirittura pungolarla ci stupirà con dei progetti che non ci lasceranno indifferenti, e sopratutto non passeranno in sordina. Attenderemo con ansia le novità Signora.

Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, ph. Sole 24Ore